Noi donne di Teheran con S. Farian Sabahi
Polo liceale di Gorizia venerdì 27 ottobre
Nessuno meglio di Farian Sabahi, docente universitaria e giornalista italo-iraniana, può parlarci della condizione delle donne in Iran. "Noi donne di Teheran" è un racconto - in prima persona femminile - su cosa vuol dire essere bambine, ragazze, donne in un paese complesso e affascinante, pieno di potenzialità e contraddizioni. L'Iran è una repubblica islamica intrisa di imposizioni e divieti che spesso sfociano in una violenta repressione. È anche una società istruita e colta, contraddistinta da impegno civile e animata da scrittori e registi che ci incantano e ci fanno sognare. Nonché un paese di donne resilienti, che con coraggio scendono in strada per rivendicare libertà che in Europa diamo per scontate. Di questo Iran, nella seconda parte del volume, il premio Nobel per la pace 2003 Shirin Ebadi e Farian Sabahi parlano, incontrandosi e dialogando di politica e diritti. "Cambiare il sistema senza stravolgere il nostro credo di musulmani", questo l'orizzonte condiviso da Shirin Ebadi e da tanti altri. Una prospettiva ancora lontana, tutta da raccontare. Jouvence
Farian Sabahi (Alessandria 1967) è una giornalista di origini iraniane. Scrive per il «Corriere della Sera», «Io Donna» e «il manifesto». Insegna Relazioni internazionali del Medio Oriente presso l'Università della Valle d'Aosta. È autrice dei saggi Storia dell'Iran e Storia dello Yemen, dei reportage Un'estate a Teheran e Islam: l'identità inquieta dell'Europa, del reading teatrale Noi donne di Teheran e del libro-intervista Il mio esilio con il Nobel per la pace Shirin Ebadi. Tra gli altri suoi libri ricordiamo Il fascino del potere (Il Margine 2016) e Non legare il cuore. La mia storia persiana tra due Paesi e tre religioni (Solferino 2018). Ha realizzato cortometraggi come I bambini di Teheran che racconta le vicende degli ebrei polacchi deportati in Siberia nel 1939 e giunti in Iran come rifugiati. Nel 2010 è stata insignita del Premio Amalfi sezione Mediterraneo, nel 2011 ha ricevuto il Premio Torino Libera intitolato a Valdo Fusi, e nel 2016 il Premio giornalistico "Con gli occhi di una donna"
